Me l’avevano detto: avrei amato Trieste. Sono partita un po’ prevenuta, come quella volta che ero andata a Berlino: la mia testa mi diceva che non mi sarebbe piaciuta, chissà perché. E ovviamente, la mia testa, si sbagliava.
Se l’obiettivo di questo 2014 doveva essere trovare una città di mare da amare e nella quale voler potenzialmente vivere, beh allora ci sono riuscita con quasi 6 mesi di anticipo. Trieste è solare anche quando il sole non c’è. Saranno le persone che vociano in dialetto e che si riversano per le strade, di giorno così come di sera facendoti chiedere, da brava milanese, “ma qui non lavora nessuno?”.
Piazza dell’Unità si affaccia su un mare che non crederesti così bello: facendo un giro in barca, grazie a Turismo FVG, passando dal Castello di Miramare e poi dalla Barcola, capisci perché i triestini al mare ci vanno sempre e non perdono occasione per un bagno, un po’ di sole e un bicchiere di vino.
Trieste mi è piaciuta un sacco: mi sentivo un po’ a casa e un po’ un’ospite coccolata. Sarà che il vino scorre a fiumi, così come spritz, Hugo e quant’altro e questo non può far altro che allentare le tensioni e unire le genti, sarà che quell’atmosfera pettinata che qui non si fa altro che respirare viene lasciata, appunto, a noi, ma la sintonia è venuta fuori subito. Un po’ come quando esci a bere l’aperitivo con qualcuno e ti ci ritrovi a parlare a lungo e vorresti che non finisse mai: non che tu abbia secondi fini, è solo la sintonia di un momento che potenzialmente potrebbe continuare per non sai quanto.
A Trieste ci sono andata per ITS (International Talent Support) di cui ho già parlato qui. L’evento è magico: ben organizzato, pieno di energia, di cose belle, di voglia di fare e capitanato da una donna che mi ha ricordato che nella vita si prendono esempi tanti quanti se ne danno. Si diventa quello che si è prendendo spunti positivi e, aggiungo io, quindi, circondandosi di chi ti fa bene, ma ci si ‘realizza’ anche fungendo da punto di riferimento (positivo) per altri.
Le mie compagne di viaggio sono state eccezionali: le vedi nelle foto qui sotto. Senza di loro i giorni a Trieste sarebbero stati decisamente sottotono. Trieste mi ha regalato anche delle foto bellissime, scattate dai GoodFellas, cibo da ricordare e una leggerezza che ci vorrebbe sempre perché fa davvero bene al cuore.