Il titolo del post vuol dire proprio ciò che sembra: anche l’acqua, nel suo piccolo, un sapore ce l’ha. E se credete non sia vero, pensateci un attimo: vi è mai capitato di non voler bere l’acqua del rubinetto per il suo retrogusto un po’ grezzo? E preferite mai un’acqua in bottiglia a un’altra? Se a una o entrambe le domande avete risposto di sì è perché, anche se impercettibilmente, l’acqua agisce sulle nostre papille gustative.
Nel secondo caso, ovvero quando parliamo di acqua imbottigliata, è il suo contenuto in sali minerali ed è il suo trascorso tra le rocce della sorgente a cui appartiene che ne determinano caratteristiche e sapore. Queste e molte altre informazioni sono riuscita a carpire da un interessantissimo incontro in San Pellegrino durante il quale si è discusso di acqua, dalla sua origine fino ad arrivare prima al suo imbottigliamento e poi al momento della sua degustazione.
Qui sotto trovate l’intervista al geologo che, finalmente!, ha messo fine alla mia confusione sul modo in cui l’acqua arriva dalla terra alla nostra tavola. Mi devo dimenticare dei ruscelli, delle cascate e di quegli angoli semi-paradisiaci che mi sono sempre immaginata fossero l’origine di ciò che beviamo: l’acqua che ci versiamo nel bicchiere è frutto di sorgenti ‘interrate’ e spesso ci mette anche addirittura 30 anni per essere incamerata, per tornare in superficie ed essere quindi poi imbottigliata. Informazione questa che dovremmo tenere presente e non sprecare una risorsa così preziosa e di cui l’Italia è vero essere ricchissima, ma in modo del tutto unico e irripetibile altrove nel mondo.
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Condivido anche l’intervento del sommelier (si parla sempre di acqua, non di vino) che ci ha guidati in un percorso sensoriale degustando diverse tipologie di acqua (di marche diverse e quindi di provenienza e caratteristiche differenti).
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