Nel 2002 avevo 21 anni e alla fine di un’estate durante la quale mi ero innamorata di un velista che si chiamava (spero si chiami ancora) Pietro, avevo preso un treno che dall’Abruzzo dove mi trovavo con LA Silvia, mi aveva portata a Roma. Là, oltre a Pietro, che da lì a pochi giorni mi avrebbe dato il benservito, mi aspettava Daniele, l’amico di una vita, per una settimana di perlustrazioni.
Allora era il cinema il mio pallino ed ero convinta che la mia vita sarebbe passata tra una produzione e l’altra, prima a fare la sgobbina e poi a fare la producer. Così mappa in una mano e lista di scuole di cinema nell’altra mi sono messa a cercare quella che pensavo sarebbe stata l’alternativa all’università che pure già frequentavo a Milano da due anni. Se facessi l’elenco delle cose che avrei voluto fare, dei ruoli che avrei voluto ricoprire e delle volte in cui ho cambiato idea non mi basterebbe la vita che ho già vissuto.
Comunque dopo qualche scantinato di dubbia garanzia e il Centro Sperimentale (praticamente agli antipodi della classifica dell’affidabilità), sono capitata alle porte di Cinecittà. Là dentro aveva (o ha ancora?) sede una piccola scuola dedicata a cinema e spettacolo in generale e io volevo andare a darci un’occhiata. Entrare a Cinecittà non è così semplice, ma quel giorno di agosto, che faceva un caldo micidiale e sembrava che in giro non ci fosse un’anima, fu più semplice del previsto. In un attimo stavamo girando tra i teatri di posa, un po’ alla chetichella, spiando lo studio che avrebbe ospitato il Grande Fratello e dando un’occhiata a una puntata di Uomini e Donne (sì, il programma della De Filippi) in fase di registrazione.
Era tutto grande, tutto immenso e deserto. La scuola sembrava una mezza cialtronata, ma mi sarei iscritta solamente per poter varcare tutti i giorni quell’ingresso che per me aveva la valenza di un sogno. Poi da Cinecittà ci sono uscita, qualche giorno dopo ho ripreso il treno per Como (allora vivevo lì) e ho ripreso la mia vita di sempre senza sapere che da lì a pochissimi mesi si sarebbe poi effettivamente stravolta (in meglio).
Oggi che Cinecittà compie 77 anni, Google le ha dedicato il Doodle a ricordare che è lì che il cinema italiano ha da sempre la sua casa. E a me proprio lì mi piacerebbe ritornarci, farci un giro più consapevole e magari ritrovare quella ragazza che sapeva chi voleva diventare. O forse no.