Cuba è lenta. Sono lente le persone che lentamente si affaccendano tra una cosa e l’altra, uno sguardo alla strada dalla porta di casa, un saluto e una chiacchiera in uno dei rari empori che l’isola ospita, o la preparazione di un piatto, semplice da tutti i punti di vista – dagli ingredienti alla presentazione, che serviranno sulle tavole di turisti e connazionali. È lento il traffico anche se, praticamente, non ce n’è. È lenta l’evoluzione di un Paese che, credici quando te lo dicono, sembra si sia fermato alla metà del secolo scorso. Le auto sono le prime che te lo provano, quando sbarchi a L’Avana e inizi a dire un wow dietro l’altro. Saranno i colori, sarà una decadenza che se pensi che Palermo ne sia fiera detentrice, beh qui ti ricredi subito. Sarà l’intonaco che da tutti gli edifici della città si sta staccando o di cui non si trova traccia da mo’. Sarà che è tutto così diverso da ciò che sei abituata a vedere che la meraviglia ti abbraccia senza che tu faccia resistenza.
Se Cuba già è lenta, oggi è immobile. E ancora lo sarà fino al 4 dicembre, ultimo giorno del lutto nazionale ora in corso, quando le ceneri del suo leader maximo, abbandoneranno L’Avana per raggiungere il cimitero di Santiago. Lì Fidel continuerà a dominare su quella che è stata la sua isola per esattamente 60 anni, da quello sbarco (naufragio) del Granma nel 1956 al 25 novembre scorso quando il fratello Raul ne ha comunicato la morte.
In agosto, il 13, le strade di Cuba hanno voluto festeggiare i 90 anni del loro comandante. Unici turisti tra migliaia di cubani, a Las Tunas ci siamo uniti alle celebrazioni in piazza dove la birra scorreva a fiumi, spesso bevuta in bottiglie di plastica tagliate a metà (rendere immediatamente il vetro ti concedeva uno sconto sulla consumazione successiva) e conservate in enormi vasche piene di acqua ghiacciata dall’aspetto tutt’altro che rassicurante.
Abbiamo scelto Cuba pensando che forse, così, sarebbe stata l’ultima volta utile per vederla e cercare di capirla, anche se, ti assicuro, nonostante 21 giorni di discussioni, analisi, disamine e tentativi di comprendere qualcosa in più dai cubani stessi, è davvero dura riuscirci. Pensavamo di #ComandareaCuba (sì, la febbre di Rovazzi aveva contagiato anche noi), ma la realtà è che lì a comandare c’è riuscito solo uno e la speranza, ora, è che a farlo non siano (almeno non solo) i soldi.
Qualche indirizzo per chi vuole visitare l’isola, pochi, ma buoni. Qui, invece, qualche idea per il tuo viaggio a Cuba.
Case Particular
A L’Avana quella di Marta Vitorte, segnalata – a ragione – anche dalla Lonely Planet. Sempre al Vedado, il quartiere residenziale della capitale, merita anche quella di Leopoldo Y Daymel che trovi su Airbnb (ti fa lo sconto, se glielo chiedi).
Ristoranti
Disclaimer: a Cuba non si mangia bene. Fuori da L’Avana – a meno di suggerimenti fidatissimi – conviene affidarsi alla cucina della case particular in cui soggiorni. Se sei in un resort non hai ovviamente scelta se non quella dei ristoranti interni, ma dalla nostra esperienza non dovrebbe andarti male (noi siamo stati qui e qui).
Atelier – L’Avana
Il tassista che ci ha accompagnato qui – un personaggio come del resto, ognuno a modo suo, tutti i tassisti dell’isola – sosteneva che durante la sua visita cubana ci avesse cenato anche Obama. La verità non la sapremo mai e neanche ci interessa, ma la scelta di aver prenotato un tavolo qui è stata sicuramente azzeccata. Menu poco cubano (vedi le considerazioni su La Guarida, qui sotto), raffinato e curato esattamente come lo spazio, forse un po’ cupo (inspiegabile la decisione di tenere chiuse le tapparelle delle finestre).
Atelier
Calle 5ta, No. 511 altos
Vedado – L’Avana
La Guarida – L’Avana
Vale la pena anche solo per farci una foto: al panorama che si vede dalla terrazza, ma anche al locale stesso, un gioiello di decadenza curatissima. È il ristorante in cui è stato ambientato Fragola e Cioccolato, fiore all’occhiello del cinema cubano dal respiro internazionale, che la prima pagina del menu non si dimentica di ricordarti. Il cibo è buono, i piatti sono curati, dagli ingredienti ai loro abbinamenti inconsueti. Decisamente poco cubano (la dieta standard prevede pollo, maiale, aragosta, avocado, patate dolci, riso e fagioli), lo amerai.
Paladar La Guarida
Concordia No. 418/Gervasio y Escobar
Centro L’Avana
www.laguarida.com
Una cosa da fare, di cui non ti pentirai
Un giro a cavallo nella Valle del Silenzio, nella regione di Vinales. La terra rossa sotto di te e davanti tanto di quel verde che i tuoi occhi non potranno che farsi una scorpacciata. Sopporterai con felicità anche temperature al limite del sopportabile e un’umidità che non pensavi potesse essere di questa terra. Un tour a cavallo credo valga l’altro e a Vinales vacci, quindi, ma solo per questo motivo (o al massimo per essere più comodo per raggiungere questo e quest’altro posto).
Un libro da leggere, per capire meglio quel che – a un certo punto – è successo
Fabián e il caos, di Pedro Juan Gutiérrez – lo trovi qui.