Se esistesse un corrispettivo tattile della madeleine, quella della mia pre-adolescenza/adolescenza sarebbe senza dubbio rappresentata dai mattoncini LEGO, adorati da mio fratello che amava molto lasciarli ovunque, con particolare predilezione del pavimento, ovvero là dove schiacciarli e tatuarseli sotto la pianta dei piedi era decisamente più di una possibilità.
Spostare la scatola dei LEGO era un lavoro e mettere in ordine le centinaia di pezzettini che affollavano salotto, cucina e camera da letto era un’incombenza che spesso mi toccava, come supporto al parentame più giovane.
Mentre visitavo I LOVE LEGO al Salone degli Incanti di Trieste, la scorsa settimana, per la prima mezz’ora non ho quindi potuto far altro che pensare all’immane sbattimento di tenere in ordine più di 1 milione di mattoncini, ossia la quantità che è stata necessaria per portare a termine i mondi in miniatura che compongono la mostra.
La creatività (e la pazienza) sono merito di RomaBrick, il più longevo LUG (LEGO User Group) d’Europa; organizzazione e allestimento di Arthemisia mentre promozione e supporto portano la firma di Genertel che, attraverso Valore Cultura, per festeggiare i suoi primi 25 anni di attività ha voluto regalare alla città che le ha dato i natali la più grande mostra itinerante di LEGO. Inoltre, grazie a “L’Arte della Solidarietà”, con I LOVE LEGO sarà sostenuto il Centro per “Ora di Futuro” gestito dalla Onlus “Centro per la salute del Bambino” (CSB). Parte della vendita dei biglietti della mostra sarà destinato alle attività del Centro dedicate alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni. Il ricavato sarà raddoppiato da Generali e The Human Safety Net.
La mostra ospita inoltre le opere a tema LEGO di alcuni giovani artisti emergenti, tra i quali Fabio Ferrone Viola, Luigi Folliero, Irem Incedayi, Daniele Clementucci e Corrado Delfini.