Continua la mia ricerca di aziende che sostengono progetti legati al territorio, all’arte e alla cultura in un’ottica di crescita – non solo economica – quanto sociale e ispirazionale. (Qui ho scritto di Nestlè, qui di Banca Sistema e qui ancora di Generali Italia).
La mia amica Suzie qualche Natale fa mi ha regalato il libretto delle bucket list (“to live your life the fullest” recita la copertina) dove ho diligentemente elencato i luoghi che vorrei visitare (su tutti il Brasile, l’Argentina, ma anche Lisbona e Matera), i musei in cui vorrei entrare, i libri che mi piacerebbe leggere e così via.
Da qualche parte sono sicura di aver scritto anche il nome del Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto – progettato dall’archistar Mario Botta – e del quale tanto ho visto e altrettanto ho letto nel corso di questi ultimi anni. L’idea di una gita a Rovereto, sebbene sia stata accarezzata più volte, non è però di fatto stata mai portata a termine.
Per il momento mi accontento quindi di godere dei progetti che lì vengono ospitati dal fresco del mio ufficio, certa che un giorno – non troppo lontano – riuscirò ad espugnare anche il più famoso avamposto artistico del Trentino.
A darmi da scrivere oggi ci pensa Surgiva che proprio con il Mart ha inaugurato quest’anno una partnership con un progetto legato alla promozione del territorio – il Trentino quindi – e di giovani talenti.
Le due realtà sono infatti accomunate da uno stesso elemento simbolico, il vetro: quella aziendale grazie alla bottiglia, il cui materiale garantisce una inalterata qualità organolettica all’acqua, mentre quella museale attraverso la cupola del proprio edificio, costruita proprio interamente in vetro.
Tra le iniziative promosse per esaltare i temi di incontro tra Surgiva e Mart, ovvero vetro, trasparenza e acqua, è stato organizzato alla fine dello scorso maggio il primo dei due workshop di fotografia e videomaking condotti da artisti contemporanei supportati dall’Area educazione del Mart, che da anni propone innovativi progetti di formazione e avvicinamento ai new media.
Il risultato si compone di oltre 200 fotografie – realizzate dai 15 artisti selezionati – scattate durante le due giornate di workshop, la prima al Mart – durante la quale è stato chiesto ai partecipanti di prendere spunto dal movimento della Street Photography americana e la seconda in montagna (in particolare nei pressi di alcune delle più spettacolari cascate del Parco Naturale Adamello Brenta), ispirati dalla cosiddetta Straight Photography, ossia quel linguaggio fotografico nato nei primi anni del Novecento in contrapposizione alla fotografia “pittorialista”.
Gli scatti – accomunati sotto il nome di S-Collective – sono pubblicati sul sito di Surgiva ed esposti nel foyer del Mart fino al 22 luglio.