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Io sono il mio profumo

Febbraio 28, 2017

happy_alex_lemon

Il Profumo di Suskind l’ho letto solo pochi anni fa, tipo 3, massimo 4. Non mi aveva mai attirata, nonostante il titolo sembrasse scritto apposta per me e dopo averlo terminato mi sono pentita di non aver dato retta al mio istinto. Sarebbe stato meglio lasciarlo nell’archivio di quei testi che mai leggerai, ma che ti immagini come meravigliosi. So di essere molto impopolare, ma l’ho trovata una storia così angosciante, così profondamente disagiata e artefatta da essere fastidiosa.

E sì che il titolo, appunto, sembrava proprio fatto per me. Dalle scuole medie ai primi anni dell’Università cambiavo profumo non appena finiva la boccetta di quello precedente: non avevo una fragranza di riferimento anche se ho fatto una mezza malattia per Hypnotic Poison di Dior prima (anche se ero davvero troppo giovane, a 16 anni, per indossare un profumo così complicato) e per Angel Innocent di Thierry Mugler in cui mi sarei fatta il bagno tutti i giorni se solo non avesse avuto un costo decisamente alto per una giovane donna che si arrabattava tra un lavoro e l’altro (e adesso che potrei permetterlo non lo si trova più, vedi la sfiga).

Io che non mi affeziono alle cose, alle case e ai luoghi in generale, ho invece un debole per i profumi: da bambina mi attaccavo al collo di mia mamma per annusare il profumo della sua pelle e senza sforzarmi nemmeno troppo riesco ancora a sentirlo. Era proprio lei che anni fa mi disse che la persona giusta l’avrei riconosciuta dalla fragranza della sua pelle e poco altro. Non siamo ancora riuscite a stabilire se avesse effettivamente ragione, ma credere a questa cosa rende tutta la faccenda molto romantica e istintiva, il che non è certo poco.

Affondo spesso il naso nella sciarpa e non perché abbia freddo; prima di mangiare qualcosa che non conosco mi faccio guidare dall’odore che emana e trovo spesso impossibile riuscire a soggiornare in stanze in cui è troppo presente un aroma, anche se piacevole. Il mio naso ha molta (forse troppa) memoria, ma con gli anni mi sono abituata a controllare le emozioni qualora, del tutto inaspettatamente, un profumo riesca a trovare la mia strada.

Sono felice quando le persone riconoscono il mio profumo (che è questo) e che se all’inizio avevo scelto a caso, quando ancora lavoravo in Coin, adesso amo più di ogni altra cosa. Quando viaggio con il bagaglio a mano che non mi permette di portare con me la maxi boccetta e sono quindi costretta a ripiegare sul campioncino di un altro profumo, mi trovo sempre spaesata: la fragranza che sento sulla mia pelle non è quella che mi identifica. Dopo anni di cambiamenti di idee, di confusioni e di incertezze io sono ufficialmente il profumo che indosso: io sono Happy 🙂

 

 

Il libro che vedi nell’immagine sopra è Happy di Alex Lemon.

 

 

 

 

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