Quando vado al mare vengo presa da una sorta di ossessione, quella della lettura. Ogni momento è buono per aprire un libro, immergermi nelle storie che qualcuno ha avuto il buon cuore di scrivere e assentarmi completamente, dimenticandomi anche del bambino che rompe urlando la qualunque.
Quest’anno uno dei libri della mia estate è stato (ed è tuttora – visto che non l’ho ancora finito) ‘New York‘ di Edward Rutherfurd (dello stesso autore ho acquistato anche ‘London‘ – qualcuno tra voi l’ha letto?). Romanzo interessante perchè a una storia di finzione intreccia, senza mai annoiare, gli eventi storici che hanno fatto di New York la città che tutti noi oggi conosciamo.
Leggendo di NY scopro che Philadelphia per secoli è stata il fulcro di eventi storici, politici e sociali che hanno permesso agli Stati Uniti di essere tali. Lì è stata scritta la dichiarazione di indipendenza e, qualche anno più tardi, anche la Costituzione. Lì si sono battuti per quel primo emandamento che film e telefilm citano in continuazione e lì, sì sempre lì, il cibo pareva essere più buono che altrove.
Sono una grandissima fan del Philadelphia (il formaggio!) e quindi con enorme curiosità e piacere mi sono letta la sua storia (che trovate qui). Nato a New York nel 1872 grazie al casaro William Lawrence, il cream cheese più famoso del mondo prende il nome di Philadelphia 8 anni più tardi, puntando sulla nomea della città, ritenuta il luogo che più di ogni altri dava i natali a prodotti alimentari di qualità e gusto eccellenti.
In Italia il Philadelphia è commercializzato dal 1971 e nel mio frigorifero non manca mai da almeno 8 anni.