Una vita passata a prenotare ristoranti, la mia. Che se solo mi chiedi di uscire a cena, non fai in tempo a finire la frase che ho già le gambe sotto il tavolo, il menù aperto e un bicchiere di vino bianco nella mano destra, ché non si sa mai.
Negli ultimi mesi ho effettivamente mangiato più volte (molte più volte) fuori di quanto non lo abbia fatto a casa, benché tra le mura domestiche non mi sia risparmiata nella preparazione di manicaretti vari. Ma se stai leggendo questo post delle mie doti culinarie non te ne frega niente e vuoi sapere quali sono i 5 locali di Milano che oggi, 20 aprile 2017, mi sento di volerti consigliare, rigorosamente suddivisi in categorie.
1. Per la serie ‘Pizza sì, ma solo se gourmet‘, si merita il podio Marghe. Io ho provato quello di via Cadore. Sebbene l’accoglienza sia stata un po’ meh (non accettano prenotazioni e ti fanno accomodare solo quando sono arrivati tutti i componenti del tavolo: nel mio caso eravamo in due, e il secondo in questione stava cercando parcheggio così ho dovuto attendere in piedi sulla porta circa 15 minuti), il servizio e la pizza meritano applausi e ola in chiusura. Oltre alle pizze in menu ce ne sono altre segnate sulla lavagna in ingresso: vale la pena dare un’occhiata, preparare i succhi gastrici e buttarsi nel magico mondo del carboidrato. L‘impasto è leggero e super digeribile e i condimenti gustosi. Dimentica la pizza cotta e mangiata: questo è un piccolo paradiso che va goduto fetta dopo fetta.
Conto onestissimo: in due con birra e acqua, ma no dolce, circa 30 Euro.
2. Come mi ricorda spesso una mia carissima amica, eleganza significa sapersi adattare con dignità a qualsiasi situazione. Se non ti senti elegante, passa al punto 3. Se invece pensi di esserlo, mappe alla mano vai al Mercato Comunale di Lorenteggio, immergiti in un po’ di sana umanità (ché Milano mica è tutta Brera, te l’avevano detto) e prova l’inebriante esperienza di pranzare, magari il sabato, Da Vito. È una macelleria equina quindi se hai scrupoli etici, sei vegetariano o vegano passa al punto 3 in serenità (sperando che non decida di mettere un hamburgeria se no siamo punto e a capo). Qui funziona così: se vuoi fare la spesa benissimo, ti metti in fila, aspetti il tuo turno e al banco scegli quello che ti pare. Se vuoi pranzare in loco beh… idem. Scegli quel che vuoi e te lo fai cucinare al momento: paghi il prezzo della carne al peso a cui aggiungi 6 Euro che comprendono pane, contorno, acqua e un bicchiere di vino. Ti accomodi in uno dei tavolini del Mercato, aspetti che ti chiamino, mangi bene e spendi poco. Questa è quindi decisamente la categoria ‘Poca spesa e tanta resa‘ (in due abbiamo speso – in totale – circa 30 Euro).
3. Nell’archivio ‘Location WOW‘ ci metto invece a pieno titolo l’Osteria del Castello, un ristorante un po’ fuori mano se sei un milanese abituato a stare a Milano. Noi (cioè non io, in realtà, che stavo comodamente seduta al posto del passeggero) abbiamo guidato 1 ora per raggiungere Corneliano Bertario (come sei messo a geografia?), ma ne è valsa la pena. Il locale è semplicemente WOW. Descrivertelo è difficile, ma ti basterà sapere che un abbinamento così ben riuscito di chincaglierie, pezzi di modernariato, antichità, ninnoli e ricordi è più unico che raro. Le sale dell’osteria si susseguono una dopo l’altra, quasi come se ci si trovasse in un labirinto (o in una matrioska). Affacciano su una corte del 1300 ricoperta di glicine (e questa è la stagione per vederlo fiorito!) dalla quale si accede al bar, meraviglioso anche quello, dove rilassarsi con un drink dopo cena. Il cibo è buono (porzioni non abbondanti) e mischia le tradizioni regionali del Nord Italia.
Spesa totale per 2 persone – vino incluso: circa 80 Euro.
4. ‘Se lo street food di Milano non si sa ancora quale sia’, io voto per l’hambuger, è la categoria del quarto locale in lista, Hamerica’s (che, lo specifico per onestà, è cliente di Arianna e mio tramite I Live You). A Milano le hambugerie sono tante e Hamerica’s (ex 212) ha in città 4 locali. L’ultimo aperto è quello di via Terraggio, un indirizzo al quale sono molto affezionata visti i miei trascorsi studenteschi in Cattolica. Il locale si snoda in lunghezza fino a un tranquillissimo giardino interno che con la bella stagione in corso è un piccolo, grande regalo. Ogni ristorante del brand si ispira, nel mood e negli arredamenti, a una città americana e in questo si respira il mood di Boston. Stra-consiglio il Ribs Plate, ossia le costine di maiale in salsa BBQ affumicate per 5 ore e, se sei preparato ad avere una nuova dipendenza, la torta Triple Chocolate. Sul sito sono pubblicati i menu dei ristoranti con tanto di prezzi, così puoi farti un’idea. Last but not least, servono la Brooklyn che è anche la mia birra preferita.
5. Concludiamo con ‘La Cina è vicina‘. A Milano i ristoranti Wang Jiao sono ormai una vera e propria istituzione: ce ne sono 4 e io ho mangiato in quello di via Lomazzo, in piena Chinatown, e in quello di viale Col di Lana. Il primo dei due pare essere migliore del secondo, ma ci vorrebbero più sedute per averne la prova provata. L’ambiente è spartano, rumoroso come ogni ristorante cinese che si rispetti. Tempo di attesa ridotto all’osso anche se molti piatti vengono preparati al momento. Il pezzo forte del menù è quello delle pentole di fuoco, ossia delle pentole (ma va! dirai tu) portate in tavola ancora in fase di cottura che contengono, rigorosamente piccanti, carne di vario genere (la scegli prima), verdure e, ovviamente, peperoncino a pioggia. Menzione d’onore anche alle melanzane con carne e ai ravioli alla griglia (più gustosi di quelli al vapore).
Conto: 3 piatti a testa a scelta (+ una pentola di fuoco condivisa) e 1 bottiglia di vino circa 30 Euro a testa.