Allora, succede che da quando ho 11 anni accumulo libri, escludendo quelli da bambini che boh forse non ho mai letto. Gli accumulatori di libri sono esseri particolari, innamorati dei propri volumi che trattano però in modo diverso a seconda del livello di nevrosi che li contraddistingue. Io sono una di quelle che i libri li sottolinea, li pasticcia, li stropiccia e ci fa le orecchie. Ma – ma – se ti presto un libro e non me lo restituisci stai sicuro che me lo ricorderò e non ne sarò felice. Se invece ti regalo un mio libro, beh allora quello che c’è tra di noi è qualcosa di molto – molto – simile all’amore.
In ogni caso, capirai che di libri in questi ultimi 22 anni ne ho acquistati, letti, stropicciati e sottolineati un bel po’. Quelli dimenticabili li ho venduti, quelli che penso non vorrò più rileggere li ho lasciati a casa dei miei e tutti gli altri me li sono scarrozzati in giro per i miei vari traslochi che, se ti ricordi hanno implicato, nel corso degli anni, la permanenza in spazi sempre più piccoli.
Chi entra nella mia mini-casa, ora, vede subito i libri, e si stupisce che non ci sia un armadio. Così, giusto per darti l’idea della situazione. Quindi, dopo mesi di riflessione (“Cosa faccio, la abbandono la carta?”) mi sono fatta regalare il Kindle. Che di carta non profuma, ma che ha comunque quell’odorino di strumento tecnologico nuovo che mi piace da impazzire. Che sfogliare come fai con un libro non puoi, ma che ha comunque tutto quello di cui un libro è fatto: storie, parole, racconti, sogni, stimoli, consigli, suggerimenti e poesia.
E’ diverso dai volumi che sono stata abituata fino ad oggi a reggere con entrambe le mani, a portarmi in borsa maledicendo il peso di tomi troppo grossi, che ho stipato in valigie sempre troppe piccole per contenere tutte le parole che avrei voluto leggere nel corso delle vacanze. E’ un regalo in tutti i sensi e lo tratto come tale: con cura e delicatezza, lo scopro piano piano, lo tengo in una specie di sacchettino che sta dentro un altro sacchetto per proteggerlo dalla pioggia, dagli urti e da tutto quello che la mia borsa contiene. Cambierà le mie abitudini di lettura, mi farà perdere una nevrosi che solo la carta mi permette (e che non ti dico), ma non il mio piacere di leggere che, anzi, forse aumenterà addirittura.
Ho iniziato con questo e sfiorare lo schermo per andare avanti e sapere cosa succede dopo mi piace.
Pensavo di no e invece le cose nuove basta solo provarle per apprezzarle. Piano, piano, ma fino in fondo.
E sì, dai, voglio essere un Kindle anche io.