Mille metri cubi è la quantità di marmo che è stata necessaria, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, per costruire il Palazzo del Parlamento di Bucarest, attualmente il secondo edificio amministrativo più grande del mondo per estensione (dopo il Pentagono) e il più pesante in assoluto. A volerlo fu Nicolae Ceaușescu, Presidente del partito comunista rumeno e ultimo Presidente della Repubblica Socialista di Romania che però, fatalità volle, qui non ci mise mai piede se non per controllare i lavori di costruzione. Lui e la moglie, infatti, vennero giustiziati prima che il Palazzo fosse terminato.
Questa è una delle cose di Bucarest che, quando la visiti, ti rimane più impressa: la città è piccola, amabilmente decadente, ma con ampi spiragli di ripresa, e il Palazzo del Parlamento è del tutto fuori misura rispetto al resto. Visitarlo è d’obbligo: l’unico modo possibile è una visita guidata di circa 1 ora e 30 (anche in italiano), da prenotare telefonicamente 24 ore prima (se siete meno di 9, altrimenti i gruppi numerosi possono fissare il tour anche online con qualche giorno di anticipo) e che ti permetterà di vederne (solo) il 4%. Basterà per lasciarti a bocca aperta, ma anche per stimolare una curiosità che, purtroppo, rimarrà insoddisfatta.
È valsa la pena di una camminata in una città completamente innevata (quando ci sono andata, alla fine di marzo, sui Balcani era appena scoppiata una tempesta di maltempo di quelle rare, in grado di lasciare a terra decine di aerei) la visita all’Auditorium della Musica (Ateneul Roman). Noi ci siamo andati il sabato pomeriggio, quando ancora i concerti della sera non erano iniziati, e devo dire che entrare in una sala così, vuota, è stato emozionante.
Quel che non ho premesso è che 48 ore a Bucarest, se ben sfruttate, bastano per visitare la città e per dire di averle capita (ovviamente come si può capire una città che si visita per un weekend di “fuga”). Prima di partire pensavo mi sarei trovata in una seconda Budapest, ma sia per dimensioni, sia per quantità di siti da visitare, le città sono sostanzialmente diverse.
Per l’alloggio noi abbiamo preferito un albergo rumeno (che si definisce “boutique hotel”) nel pieno centro di Old Town: abbiamo chiesto una camera silenziosa che quindi non affacciava su una delle stradine zeppe di locali tipici di questa zona della città, ma su una strada che, benché fosse trafficata, risultava essere molto silenziosa. Per un soggiorno breve e comodo mi sento quindi di straconsigliarlo. Il link di Booking è questo.
L’hotel dista poche centinaia di metri da un altro dei luoghi da visitare assolutamente, ossia Carturesti Carusel, una libreria riaperta nel 2015 all’interno di un edificio del XIX secolo recentemente restaurato (molto bene). Contiene più di 10.000 libri e ospita all’ultimo piano un caffè che affaccia sui piani inferiori. È un luogo tranquillo e quasi fuori dal tempo. Vale la pena di una visita approfondita e di un tè (ce n’è da scegliere tra decine di gusti).
Se hai voglia di fare un giro sulle mie Stories in evidenza (“una vita in giro” qui) ne troverai qualcuna dedicata a Caru Cu Bere, una delle birrerie storiche di Bucarest (qualche ora in città ti servirà per capire che qui la birra scorre a fiumi praticamente sempre). In inglese il nome di questo post è tradotto con “The beer wagon”: vanta una storia di oltre 130 anni che non sarà difficile intuire da arredamento e architettura dello spazio. Qui hai la possibilità di gustare piatti tipici rumeni (prevalentemente carne molto cotta e zeppa di aglio e salsine) e il mitico stinco di maiale da 1,6 Kg che il mio compagno di viaggio ha pensato fosse opportuno mangiare in autonomia durante un late lunch alle quattro del pomeriggio.
Consigliata anche la residenza di Nicolae Ceaușescu, leggermente periferica rispetto al centro di Bucarest, ma in una zona della città altamente residenziale ed elegante che vale la pena di visitare soprattutto se il tempo permette un giro al National Village Museum (noi abbiamo dovuto lasciar perdere per la quantità di neve proibitiva).
Oltre a Caru Cu Bere che va bene per il pranzo, la cena o una birra a qualsiasi ora del giorno e della notte (attenzione alle code per entrare, spesso fitte nei momenti caldi della giornata), stra-consiglio i posti in cui siamo stati, trovati grazie alle recensioni su TripAdvisor, ossia:
- Hanù Lui Manuc, ristorante tradizionale ospitato in una vecchia corte realizzata interamente in legno;
- Vatra: cucina tipica rumena, deliziosa. Ambiente poco turistico (nonostante i danzatori tipici), clientela del luogo e cortesia ai massimi livelli;
- Berestroika: una birreria/birrificio molto alla buona, poca frequentazione turistica, piatti semplici (salsicce uber alles) e, ovviamente, birra a fiumi.