Se hai abbandonato la tua città di origine a favore di un’altra, magari in età adulta, sai perfettamente quanto sia difficile, ma necessario, trovare nuovi punti di riferimento. Sono il supermercato, il parrucchiere e l’estetista (se sei una donna), il ristorante dove ti senti a casa e il bar dove sanno come prenderai il caffè tutte le mattine. Sono quelle piccole certezze che contribuiscono a creare una routine che, a sua volta in un continuo gioco di rimandi, contribuisce a costruire delle certezze.
Poi però ti rendi conto che ci sono delle cose che vai cercando, ma che non troverai mai. Sono i sapori di casa, che passano dai profumi dell’aria, all’intensità del vento che lì soffia, da come il sole batte sulla strada quando è estate, a come il freddo punge quando invece è inverno. Casa è quel luogo dove queste cose succedono in un modo che è unico, indescrivibile e diverso rispetto a qualsiasi altro posto.
Ti dico questo perché il post che stai leggendo è dedicato a Vento Canale, il primo romanzo breve di Andrea Ambrosino, fiorentino innamorato della sua città come solo i fiorentini (e tutti loro) sanno essere (e puoi forse dargli torto?). Andrea ha scritto questo libro per sua moglie Veronica, siciliana, che per motivi di lavoro ha dovuto lasciare la sua isola per spostarsi al ‘Nord’. Per allievarle la nostalgia di casa quando questa arriva e sembra prenderti in una morsa stretta e un po’ bastarda, Andrea ha ambientato la storia della sua opera prima in un paese che tanto assomiglia (o forse proprio è) quello da cui Veronica proviene.
Il libro è bello di suo: il profumo della Sicilia, i ritmi e le atmosfere sono palpabilissime, ma se lo leggi sapendo qual è stata la chiave che ha acceso il motore di questo romanzo, beh, la storia prende una piega romantica, nel senso più stretto del termine.
Vento Canale è la storia di chi si trova, per un brutto scherzo del destino, strappato alla vita così come l’aveva conosciuta fino a quel momento: Leonardo, fiorentino in carriera, si ritrova a trascorrere qualche mese con sua moglie e il loro bambino in Sicilia, a casa dei suoceri. Lì sperimenterà una vita più lenta, ma non per questo meno piena. Trascorrerà le sue giornate imparando ad ascoltare gli altri, ricreandosi una routine diversa da quella dell’uomo tutto d’un pezzo che era stato fino a qualche tempo prima e si scoprirà, suo malgrado – apparentemente – e per sua fortuna – in verità – una sorta di Sherlock Holmes dei nostri tempi.
Vento Canale è il nome di un vento che soffia a Scaletta Zanclea, il paesino in provincia di Messina in cui la storia è ambientata. È, in qualche modo, il simbolo di tutte le caratteristiche che rendono il posto da cui vieni QUEL POSTO e non un altro. È, insomma, quella cosa che se ne parli con chi ha le tue stessi origini non hai bisogno di spiegarla.
Vento Canale è edito da Edizioni della Meridiana.