La cosa bella del mangiare spesso fuori casa è che si ha potenzialmente accesso a tanti mondi diversi, uno per ogni tavolo al quale ti siedi. L’aspetto negativo è che la continua voglia di provare cose nuove ti frena dal ritornare in ristoranti in cui hai già cenato. Delle volte è un peccato perché ci sono posti che ti fanno stare bene e che frequentare di più non sarebbe certo un male.
Come questi 5 qui sotto, per esempio (alcuni dei quali mi hanno vista ben più di una volta, lo ammetto), tutti rigorosamente asiatici, tutti molto amati dalla sottoscritta e sì, tutti a Milano.
1. Fujiyama
Ci sono capitata per sbaglio: convinta di aver prenotato in un AYCE per una cena veloce, quando mi sono trovata in questa sorta di bar/taverna con una ventina di coperti appena, confesso di esserci rimasta un po’ male.
Ma qui vige l’eccezione alla regola de “la prima impressione è quella che conta”: è bastato un sushi misto speciale e un paio di nigiri di anguilla per cambiare subito (subito!) idea. Da allora il Fujiyama è diventato il sushi da asporto del cuore, quello che pur non essendo tra i blasonati non lesina sulla quantità di pesce e che prepara dei gunkan al salmone da perdere la testa.
Fujiyama Sushi Bar
Via Lorenteggio, 31
2. Ginmi
Confesso di aver errato per anni. Tutti quelli che ho trascorso lavorando al civico accanto al Ginmi senza averlo mai preso in considerazione, neanche per sbaglio. Quanta poca consapevolezza nella mia vita, allora. Quanta poca sostanza foodie c’era nella mia esistenza, in giovane età! Per fortuna che invecchiando si ha la possibilità di rimediare ai propri errori. Mai serata fu più gradita di quella trascorsa in un questa traversa di viale Gran Sasso.
Se ami la cucina coreana, questo è uno degli indirizzi da segnare e non dimenticare. Il ristorante è molto semplice, ma curato, ottimamente gestito e fa da cornice all’arrivo in tavola di piatti cucinati divinamente.
Se sei un feticista del kimchi hai trovato il tuo parco giochi. Se bibimbap per te non è solo uno scioglilingua, ma uno dei motivi per cui valga la pena esistere, devi provare quello che preparano al Ginmi.
Se pensi che stia esagerando, considera che l’estate scorsa sarei voluta andare in Corea solo per poter avere il kimchi sempre a mia disposizione. Il livello di fanfoodismo da queste parti è, come avrei intuito, altissimo e il ristorante di via Paisiello ne soddisfa – alla grande – tutte le esigenze.
Ginmi
Via Giovanni Paisiello, 7
3. Lon Fon
Dal Giappone alla Corea, passando anche dalla Cina della quale il Lon Fon è un degnissimo rappresentante e non caso considerato uno dei ristoranti cinesi storici di Milano.
Dopo anni di assenza ci sono tornata, felicemente, poche settimane fa: ravioli e galletto (fritto) croccante sono tra le specialità in menu da non farsi sfuggire. I primi sono preparati al momento: l’attesa che necessitano è ampiamente ripagata dalla loro bontà. La pasta non è troppo spessa e il ripieno (io ho scelto quelli di carne e verdure) è delicato e ben bilanciato. Strepitoso il galletto, croccante fuori e morbido dentro, che puoi serenamente dividere con un’altra persona.
Il servizio è attentissimo e in sala il personale offre preziosi suggerimenti sul menu e i suoi abbinamenti. Nota di merito: al termine della cena lasciano sul tavolo le bottiglie dei digestivi che hai scelto (per me vino di prugne, una piccola, ma gustosa dipendenza).
Lon Fon
Via Lazzaretto, 10
4. Shokugi Tei
Quando mangi giapponese nei locali in cui davvero cucinano come il Sol Levante richiede, tornare indietro è difficile. A Milano ci sono indirizzi notissimi in cui la patina del sushi bar e lo stampino AYCE vengono lasciati da parte a favore di spazi arredati molto semplicemente che poco promettono a livello estetico, ma che tanto offrono dal punto di vista gastronomico. Uno su tutti è, per esempio, Shiro Poporoya, per anni considerato l’unico posto in cui mangiare un sushi comme il faut.
In zona Bande Nere, però, tiene alta la bandiera delle gastronomie con cucina giapponese lo Shokugi Tei, uno di quei locali dai quale ti saresti tenuto alla larga, se non lo avessi conosciuto. Che dire? Solo che mi sento molto fortunata a viverci a soli 5 minuti di distanza 🙂
Il sushi è spettacolare (raggiungiamo quasi i livelli di perfezione dell’Oasi Giapponese): il pesce è morbido e il riso è compatto, ma non stopposo. Oltre al classico chirashi, preparano anche il Kaisen-don (ottimo). I tempi di attesa prima di essere serviti non sono brevi, ma la pazienza viene decisamente ripagata.
Shokugi Tei
Piazzale Bande Nere, 9
5. Carnivore Union
Chiude la fila la recentissima scoperta di questo ristorante di hot pot in zona via Padova – e che ha però un secondo locale in via Nazario Sauro. Clientela prevalentemente cinese per un locale molto semplice, ma tutto sommato accogliente: al centro di ogni tavolo c’è spazio per il pentolone di brodo (l’hot pot, appunto) nel quale dovrai cuocere tu stesso la carne, il pesce, la verdura e la pasta che sceglierai dal menu.
Noi abbiamo optato per un mix di pollo, costine di maiale e pancetta accompagnati da zucca cinese, spinaci e patate. L’esperienza è particolarmente conviviale e non prevede distrazioni: di fatto a cucinare sei tu, sebbene l’unico sforzo che ti viene richiesto è quello di tuffare il cibo nel brodo bollente, giusto il tempo che sia cotto, appunto.
Super promosso, sia per la qualità, sia per il servizio: attento, simpatico e pronto a venirti incontro con suggerimenti costruttivi.
Carnivore Union
Via Padova, 26