“Puzza di nuovo“: è questo quello che da bambina dicevo a mio papà quando mi faceva salire su un’auto nuova. Succedeva piuttosto spesso: vendendole non era raro che tornasse a casa con una macchina mai usata prima o comunque molto poco. Ho avuto il privilegio di poter imparare a guidare su auto diverse anche se, allora, la mia preferita rimaneva la Ypsilon grigia del nonno (identica a quella che mi faceva usare la scuola guida – chissà perché :)).
Un paio di settimane fa alla presentazione della nuova Lancia Ypsilon Elefantino 2014 ho guardato le immagini della sua evoluzione ed era come guardare le foto di famiglia. Quelle auto parcheggiate nel box di casa mia ci sono state davvero: le ho vissute da bambina, le ho sofferte quando stare in macchina con i miei era l’ultima cosa che desideravo fare, le ho ammaccate da neo patentata e ci ho fatto dei viaggi felici più recentemente.
Nonostante non sappia distinguere il tubo di scappamento dalla marmitta, nonostante non riesca ancora a sopportare ‘la puzza di nuovo’ delle auto nuove di pacca, il mondo dell’auto è una parte del mio universo di riferimento, quello che mi porto dentro da quando sono bambina. Tu forse sei cresciuto in campagna e i tuoi riferimenti sono diversi, tu magari sei membro di una famiglia di ristoratori ed è il caldo della cucina, la confusione dei piatti in entrata e in uscita a farti stringere lo stomaco. Immagina che per me sia lo stesso quando entro in una concessionaria d’auto. Forse poco romantico, sicuramente molto realistico.
Da qualche giorno la nuova Elefantino presenta tre nuovi colori: rosso Watermelon, giallo Lime e bianco Coconut. Montante, cerchi, sedili e portellone possono essere personalizzati in queste tonalità. Se è vero che stiamo andando nella direzione della cosiddetta mass customization, ovvero quella pratica per cui un prodotto industriale, quindi prodotto in serie, quindi teoricamente uguale a se stesso e agli altri suoi simili infinite volte, può diventare unico perché personalizzato per o dal consumatore, è anche vero che l’auto, più di qualsiasi altro prodotto, è sempre andata in quella direzione.
Hai mai visto per strada un’auto, magari un modello elegante e potenzialmente sobrio, verniciata di un colore pacchiano? E ti sei mai soffermato a osservare inorridito i sedili ricoperti di un materiale discutibile nei colori e nella composizione? Sicuramente sì. A decidere entrambi sarà stato chi l’auto l’ha comprata: era sua, un investimento sicuramente più sostanzioso di, che so, un paio di scarpe, e quindi valevole di essere plasmata a proprio piacimento.
Prova a pensarci: cosa vorresti che il mondo industriale rendesse personalizzabile? Quale prodotto, o anche quale servizio, viene ancora dato per scontato e non richiede l’apporto di chi davvero lo utilizzerà? Potrebbe essere il prossimo passo della mass customization e tutti noi, pur muovendoci costantemente in massa (ci facciamo compagnia, non è bello?) saremmo sempre più unici.
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