The Coloured Sauce

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Sua maestà la Burrata

Febbraio 22, 2012

Qualche anno fa su una famosa isolotta greca ho mangiato un trancio di tonno che era, a dir poco, la fine del mondo. Cucinato semplicemente, sulla brace, e condito con un filo d’olio. Niente sale, niente orpelli. Solo bontà. Beh insomma ovunque vada e qualsiasi tonno io mangi, da allora, niente raggiunge quella perfezione.

Funziona così, c’è poco da fare: ci sono cibi perfetti, perchè racchiudono in sè gusto, semplicità e purezza. Li mangi e trovi in loro quel che cercavi in quel momento, anche se non sapevi di esserne alla ricerca.

Sono felice che quel momento di sublime perfezione del gusto sia tornato nella mia vita lunedì pomeriggio a Per Tutti i Gusti (di cui vi ho parlato qui). Alle cooking class era appena stata la volta di Felice Lo Basso, lo chef (stellato) dell’Alpenroyal di Selva (Alta Valgardena), ed era quindi venuto il turno dei resident chef del Canneto. E una delle ricette previste includeva l’utilizzo della burrata.

Non so che tipo di esperienza abbiate avuto voi nella vita con sua maestà la regina dei formaggi… Io, dalla mia, sono sempre stata una cultrice della materia, senza farne un uso smodato. Ma solo perchè trovare il prodotto giusto, quello che fa godere papille e stomaco (senza appesantirlo) è cosa rara, forse unica, soprattutto qui in terra meneghina.

Lunedì  ho avuto la fortuna di provare ‘la meglio burrata di sempre’, quella che, cito Francesca, “annulla tutte le precedenti provate” e, aggiungo io, rischia di farlo anche con le future.

Creatore di cotanta bontà, che noi donzelle blogger in barba a diete o chissà che abbiamo letteralmente divorato, è il Caseificio Dicecca di Altamura e a rappresentarlo lì al Canneto c’era il giovanissimo Angelantonio, ragazzo di rara gentilezza e tranquillità.

Come ti divoro una burrata da 30 e lode

La burrata di Dicecca aveva una consistenza perfetta: non si ‘lasciava andare’ sul piatto, ma si teneva bene su, aspettando di entrare nella tua bocca per sciogliersi in un’estasi di sapore di latte, panna e genuinità.
Un filo d’olio (extravergine), una forchetta e la consapevolezza di gustare un prodotto non raro, ma unico, hanno fatto il resto.

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Categoria: Food Tag: burrata, caseificio dicecca, formaggio, per tutti i gusti, ristorante il canneto

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Mi chiamo Raffaella Amoroso, vivo e lavoro a Milano dove mi occupo di digital marketing come freelance.

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